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mercoledì 2 luglio 2014

Evoluzione stagionale dei mercati: estate serena, autunno di riflessione, inverno di passione.

Se gli indici azionari statunitensi sono sui massimi e la Federal Reserve continua a garantire una politica monetaria comunque accomodante, perché preoccuparsi?
Se l’Europa ha deciso di allentare la morsa sull’austerity a favore della crescita e la Banca Centrale Europea garantirà liquidità al mercato e tassi bassi per molto tempo, perché preoccuparsi?
Se il Giappone prolunga il piano di riforme, con la BoJ che ha ancora qualche 'cartuccia' da sparare ed i Paesi Emergenti continuano con il forte recupero reale e finanziario, perché preoccuparsi?
A differenza del passato, sta per iniziare un’estate all'insegna della tranquillità e dell'assenza di (eccessiva) volatilità.
E se dietro il -2.9% registrato dal Pil nel primo trimestre in America non ci fosse solo l’incognita legata agli eventi climatici di inizio anno ma l’incapacità per l’economia a stelle e strisce di ritornare a range di crescita tra il 3% e il 4%, di fronte all’impossibilità per la Fed di tenere ancora a lungo il piede premuto sull’acceleratore?
E se all’asfittica crescita della periferia europea dovesse aggiungersi un fisiologico rallentamento tedesco, ancor più accentuato dal rafforzamento dell'euro contro tutte le altre divise internazionali finanziariamente spiegabile come conseguenza di un disavanzo europeo troppo basso (frutto dell’austerità voluta proprio dai tedeschi)?
E se il Giappone ponesse un freno a questo sconvolgente stimolo economico-fiscale e la Cina non riuscisse a mostrare più con orgoglio al mondo tassi di crescita superiore al 7%, ma qualche decimo sotto?
E’ indubbio che questi 'ipotetici' scenari non sarebbero visibili nel breve periodo e quindi non nei prossimi due mesi, ma da fine anno in avanti tutto potrebbe accadere.
Ecco spiegati i timori dei Governanti che oggi continuano a regalare al mercato liquidità e rassicurazioni, ma che nel 2015 saranno costretti a fare i conti con un futuro incerto, con 'munizioni' sempre meno efficaci e a dover dire addio ad un altro biennio borsistico scoppiettante, come quello ormai in via di conclusione.

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