Arrivano gli ultimi giorni di dicembre e come di consueto si procede con il classico bilancio annuale.
E’ una pratica di uso comune, una sorta di analisi degli eventi principali che hanno condizionato i nostri comportamenti, oltre a rappresentare la base da cui ripartire per il futuro.
Il 2014 è stato un anno sulla falsariga di quelli recenti: una crisi economica che continua ad avere effetti negativi sui redditi di molte famiglie, ma soprattutto un degrado sociale evidente: cresce il risentimento, il disagio, l’impoverimento culturale e fanno breccia le demagogiche prese di posizione. Questo accade in Italia come nel resto del mondo.
I modelli sono ormai in disuso e la famiglia - soprattutto in senso esteso - è sempre più disomogenea, in conseguenza di egoismi diffusi.
Difficile trovare uno scatto, una reazione dal torpore quotidiano. Difficile accettare l’ingordigia dei potenti nell’accaparrare denaro a discapito degli altri. Difficile credere in chi si offre come alternativa senza un reale cambio di passo.
Lo status quo non è accettabile e gli argini vacillano. Non quelli dei fiumi che in Italia straripano senza controllo, fotografando un Paese corrotto e violato geologicamente e socialmente dai personalismi, ma quelli della umana sopportazione.
La disobbedienza è un coerente atto di protesta, l’eversione è una pericolosa degenerazione, ma è soprattutto l’immobilismo la peggiore delle soluzioni.
Demagogia? Forse. Per di più, le feste sono ormai alle porte e poco tempo si ha per pensare a come arginare la caduta di questo immenso meteorite. Meglio attendere ancora un po’ prima di pensare di poter fare qualcosa, nella speranza che esso cambi improvvisamente direzione e prima che il pericolo diventi realmente concreto.
D’altronde non sono Dio per evitare la collisione di un meteorite con la Terra, ma solo uno dei tanti spettatori paganti di questa pirandelliana, inautentica e non convenzionale metamorfosi teatrale.
Nessun commento:
Posta un commento