E’ stato l’uomo capace di scongiurare nel Vecchio Continente la disgregazione dell’euro e di salvare Paesi finanziariamente in difficoltà come Italia e Spagna ad un passo dal baratro, ma per alcuni non sembra bastare.
Si tratta di Mario Draghi, il più odiato dai falchi europei, la cui leadership è improvvisamente ricaduta sul banco degli imputati. Il Tribunale è il board della Banca Centrale Europea ed i giudici sono un manipolo di Governatori (dalla Germania al Lussemburgo, passando per Olanda e Lettonia) illusi dal proprio presunto blasone economico e inorriditi dalla possibilità di perdere terreno nei confronti della ripresa mondiale.
Draghi si trova a presiedere un Comitato sempre più diviso, all'interno del quale il tedesco Weidmann è riuscito ad amalgamare un certo numero di oppositori alla gestione del Governatore: vengono criticate le scelte e addirittura la reputazione ed il carisma di Draghi.
Il clima è pesante e il giorno della resa dei conti non sembra essere lontano. La situazione macro-economica in Europa è critica: la ripresa non arriva, la deflazione è dietro l’angolo, il movimento dei tassi è ormai ridotto al minimo e pochi altri strumenti sembrano garantire un'imminente uscita dal tunnel della decrescita.
Il Governatore propone un’anticonvenzionale creazione di moneta da immettere nell’economia comprando titoli sul mercato, di fatto espandendo la dimensione del bilancio della Banca Centrale, sulla falsariga di quanto visto in Usa ed in Giappone.
Gli oppositori non concordano con la proposta e vorrebbero che si agisse sui bilanci dei singoli Paesi – per coloro i quali non avessero effettuato a pieno i tagli e le riforme strutturali – e che l'azione della BCE si fermasse a quanto annunciato negli ultimi mesi e cioè all’acquisto di obbligazioni garantite e Abs, già comunque ostacolate dai falchi nordici.
L’impeachment al Governatore non passerà, ma Draghi sarà costretto a modificare le proprie posizioni ed a rinviare in avanti il QE all’europea.
Intanto la BCE, dopo la riunione odierna, continuerà con le operazioni in atto - apparentemente all'unanimità - e lo farà ancora per molto tempo, almeno fino a che i tecnici continueranno a fornire previsioni negative: quelle di un sostanziale regresso economico (crescita zero e bassa inflazione perdurante) che coinvolge ormai anche i Paesi guida e che contribuisce ad ampliare il divario con il resto dell’economia mondiale in ripresa.
Intanto la BCE, dopo la riunione odierna, continuerà con le operazioni in atto - apparentemente all'unanimità - e lo farà ancora per molto tempo, almeno fino a che i tecnici continueranno a fornire previsioni negative: quelle di un sostanziale regresso economico (crescita zero e bassa inflazione perdurante) che coinvolge ormai anche i Paesi guida e che contribuisce ad ampliare il divario con il resto dell’economia mondiale in ripresa.
Tutti questi controsensi sono purtroppo il prezzo da pagare di fronte alle disomogeneità europee, acuite da egocentrici personalismi, da invidie di Paese (un controsenso per un tedesco accettare le linee di azione da un Presidente italiano!) e dall’assenza di leader politici europei lungimiranti, incapaci di arginare gli euroscetticismi populistici (di piazza) e tecnici (di establishment).
In mezzo a tanta inettitudine il depotenziato Super-Mario prova a giocare la sua ultima partita, supportato dalla capacità di saper “contare” le carte a dispetto di un esoso nugolo di bari.
Ciao Giuseppe: lascia stare Draghi e vieni a giocare con noi :-D hai una nomination per un liebser award, se la cosa ti incuriosisce vieni a trovarmi.
RispondiEliminaEccoti il link:
http://chaos-lasfinge.blogspot.it/2014/11/liebster-award-per-la-natura.html
a presto! :-))