Matteo Renzi è sempre apparso sicuro di se e con forti convinzioni, ma apparentemente qualcosa sembra essere cambiata.
Possibile che una settimana di lavoro trascorsa a costruire la squadra di Governo in mezzo a rinunce e difficoltà possa aver minato le sue certezze? Difficile da credere.
E’ però vero che il voto non scontato dei popolari, il tira e molla dell’NCD di Alfano, l’improvviso atteggiamento della minoranza “civatiana” non propensa a votare la fiducia (è più probabile un gesto diverso ma comunque critico) e soprattutto la creazione di una squadra non “equilibrata” possano aver turbato il giovane Presidente incaricato.
Il nodo economia-giustizia rimane l’argomento più delicato, non solo per la scelta dei nomi ma per la connotazione tra profili politici o tecnici. Il rischio è che il compromesso (Del Rio all’Economia?) rischi di portare all’interno della nuova (o vecchia) maggioranza più attriti che altro o che la scelta di un tecnico possa condizionare l'atteggiamento dell’Italia nel Vecchio Continente, proprio in una fase delicata in cui l'anti-europeismo è diventato argomento di propaganda per partiti populisti come la Lega e di riferimento come Forza Italia.
E se il Governo non riuscisse ad ottenere la fiducia?
E’ una possibilità minima non per una reale confluenza di consensi nei confronti di Renzi, ma per la mancanza di alternative e per l'incertezza degli scenari potenziali. Non esisterebbero altre possibilità di Governi tecnici e le elezioni sarebbero una strada da percorrere non senza problemi ed incertezze.
Si tratta, quindi, di un percorso parlamentare obbligato che porterà alla fiducia, ma non senza conseguenze: Matteo Renzi, per evitare di perdere pezzi per strada, cercherà di smorzare le polemiche e allontanare lo scetticismo e in caso contrario non esiterà a forzare la mano, non rendendosi disponibile a ricatti di alcun genere.
C’è solo da chiedersi: quanto durerà e chi sarà a farlo cadere?
Esistono 3 scenari possibili:
- che di fronte a forti opposizioni tra Alfano e Renzi si vada al voto nel 2015 con la sola legge elettorale rinnovata
- che Berlusconi, in conseguenza delle difficoltà di Renzi a proseguire, sia pronto ad offrire il proprio aiuto prima di tendere uno sgambetto improvviso
- che il Presidente incaricato cerchi di accrescere il più possibile i consensi in un primo semestre scoppiettante, prima di dimettersi ed andare alle elezioni senza bisogno di zavorre ingombranti.
Di fronte ad un "furbo" di professione le prime due ipotesi sembrano meno probabili della terza.
Sicuramente Renzi non avrá vita facile né a destra nè a sinistra, per non parlare delle imboscate del pregiudicato Berlusconi! Appare poco opportuna la posizione di Civati, a mio avviso, in cerca di visibilità. Confido nel decisionismo di Renzi e gli auguro buona fortuna in un mondo di lupi.
RispondiEliminaSpero nella prima ipotesi.
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