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mercoledì 24 giugno 2015

Il "gender", la famiglia e la religione

24/06/2015

Lo so: il gender, la famiglia e la religione sembrano tre elementi distinti, in realtà sono uno e trino (anche loro) come i  teologi riusciranno senza alcun dubbio a comprendere, ma per chi non avesse conseguito il diploma di laurea in teologia, cercheremo di arrangiarci utilizzando alcuni esempi concreti che siano alla portata di tutti. Potremmo provare con una breve parabola (giusto per rimanere in tema) allora...

C'era una volta un uomo molto piccolo, ma così piccolo, ma così piccolo che stava tutto il giorno aggrappato alla sua grande mamma: la mamma era tanta tanta, soffice e calda ed aveva un seno prosperoso, morbido e gonfio di latte, il piccolo uomo ne succhiava avidamente e ne andava veramente matto. Stava accovacciato sul ventre della donna, ne godeva il tepore e la protezione e si sentiva al sicuro. 
Un brutto giorno però quel ventre cominciò a gonfiarsi ed il piccolo uomo comprese che dovevano esserci dentro altri uomini piccoli piccoli, tanti, chissà quanti: fatto sta che la mamma non voleva più dargli latte e pretendeva di fagli masticare cose dal gusto orrendo che non somigliavano neanche al sapore dolce e sostanzioso del suo paradiso perduto.
Questa cosa fece infuriare l'ometto oltre ogni limite tollerabile: il suo animo era divorato dall'invidia e dall'avversione per quella creatura malvagia ed egoista che teneva tutta per sé la sua divina ambrosia e, come se non bastasse, tradiva la sua ingenua fiducia nutrendo altri piccoli uomini...
Delusione e furore cominciarono ad albergare nel piccolo animo del piccolo uomo: col passare degli anni il suo corpo crebbe e diventò un uomo di media statura, ma il desiderio di possedere e tenere tutto per sé il ventre ed il seno materno non lo abbandonò mai. 

Ora che aveva imparato a cacciare, alla prima occasione che gli si presentò catturò una femmina della sua specie, riconoscendole il ventre liscio ed il seno prosperoso e la fece sua prigioniera e, per essere sicuro che non potesse sfuggirgli, la relegò a vita nella sua tana, legata con una corda, ogni tanto la maltrattava un pò per ricordarle chi comandava e quando si accorse che la donna aveva qualche piccolo uomo nel ventre, decise di impadronirsene: erano i suoi figli e lui decise che gli appartenevano come la donna, solo così riusciva a sopportarli infatti, perché in realtà era piuttosto geloso anche di loro e delle amorevoli attenzioni che la madre gli dedicava...

Passarono  secoli e millenni e le donne restavano segregate ed escluse dalla vita sociale, dovevano rimanere ignoranti e non potevano studiare, né parlare con nessuno, insomma conducevano una vita infame, disprezzate, maltrattate e sfruttate da tutti. Le donne sopravvissero grazie all'amore che continuavano a dispensare ai loro piccoli uomini e grazie alla compagnia di altre donne ed animali domestici, ma malgrado tutto la loro intelligenza si sviluppava rigogliosa, sicché i piccoli uomini per assicurarsi possedimenti inviolati, sceglievano la loro sposa ancora bambina e la imprigionavano da subito, la volevano molto più giovane per sovrastarla con la superiorità della propria esperienza e la volevano ignorante per essere sicuri di controllarne la mente con la superiorità della propria cultura.
Per maggiore sicurezza del loro possesso minacciavano le donne di gravi punizioni divine ed imposero loro un sistema di regole religiose che le obbligava ad astenersi dal sesso al di fuori delle unioni benedette e ratificate: il sesso divenne perciò un tabù.

Un brutto giorno alcune donne cominciarono a stancarsi ed a fuggire, travestite da uomini per non essere scoperte e catturate e alcuni uomini invece, si sentirono spaventati e nauseati dalla violenza degli altri maschi e decisero di nascondersi in casa, travestiti da donne, ma come se tutto questo non bastasse il disprezzo che colpiva le donne suggestionò la fantasia di diversi uomini, che, non considerandole degne d'amore, decisero di amare i propri pari ed inoltre la paura che le donne provavano nel vedere un uomo convinse diverse di loro ad optare per un affetto più tranquillo e meno spaventoso, sicché decisero di amare altre donne. 

La segregazione dei due sessi favoriva gli incontri tra persone del medesimo genere, almeno fino al momento del matrimonio, quando tutti si dovevano sposare, tranne i sacerdoti, che quindi potevano continuare come volevano. Tra i sacerdoti infatti c'erano molti omosessuali e questo andava bene, anche perché la donna veniva considerata una creatura diabolica e tentatrice.
Le cose sembravano andare bene fino a quando la gente non decise di fare coming out e cominciò a pretendere il rispetto sociale ed i diritti civili: queste pretese vennero denominate teoria gender ed osteggiate da tutti, specialmente dai sacerdoti: certe cose (si sa) si fanno, ma non si dicono...